Venezia è salva!
di Stefano Gervasoni
Città incredibile, con le sue 118 isole collegate tra loro da più di 400 ponti, e separate da canali percorsi da barche e gondole che fungono da strade. Venezia, con il suo fascino attira il mondo per i numerosi tesori d’arte che custodisce: chiese, palazzi, musei.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco non ha inserito la città nell’ultima lista dei siti a rischio. C’era la possibilità che questo accadesse, visto che Venezia è esposta agli effetti negativi del cambiamento climatico e della navigazione delle navi da crociera, che minacciano le infrastrutture sottomarine della laguna, ma le politiche di salvaguardia messe in atto da Governo ed enti locali, tra le quali il funzionamento del Mose e il controllo degli afflussi turistici, al momento sembrano essere sufficienti a tutelare l’unicità di uno dei luoghi più belli al mondo.
“È la dimostrazione – ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – di come siano stati riconosciuti da tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo, ad ogni livello istituzionale e che la proposta di inserimento in danger list era molto politica e poco tecnica. Con il Governo abbiamo fatto sistema, per valorizzare tutte le azioni, tradotte in atti amministrativi e investimenti economici, per il futuro di Venezia”.
La recente introduzione del contributo di accesso per i visitatori è una delle norme, non l’unica, messe in campo per proteggere la città dall’over tourism.
“Voglio ricordare – ha aggiunto Brugnaro – che i primi ad amare Venezia sono i veneziani, di mare e di terra, che credono nel futuro della nostra città, che dopo l’acqua grande del 2019 e la pandemia si sta riprendendo. Con umiltà, coraggio ed orgoglio”.
L’elenco dei siti in pericolo stilato dall’Unesco vuole accrescere la consapevolezza sul patrimonio mondiale a rischio, o considerato potenzialmente tale in futuro, al fine di sensibilizzare le autorità affinché mettano in atto azioni di salvaguardia, per questo, sebbene Venezia sia stata esclusa, non si deve abbassare la guardia e si deve continuare ad operare per tutelarla.
Ne sono coscienti le autorità ma anche tutti i cittadini del mondo che hanno a cuore questa straordinaria città. In Danimarca è operativo, come in molti altri paesi, il Comitato Pro Venezia (provenezia.dk), nato nel 1998 per dare il contributo danese alla preservazione dei valori culturali di Venezia. Negli anni ha collaborato a vari progetti, tra i quali importanti interventi di restauro.
Di recente è nata la Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, presieduta da Renato Brunetta presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). All’interno della fondazione figurano tutti i principali stakeholder italiani così come alcune delle massime realtà globali in fatto di tecnologie sostenibili e digitali. “L’idea – ha sottolineato Simone Venturini, assessore al Turismo e allo Sviluppo economico del Comune di Venezia – è di rendere la città il principale laboratorio in cui affrontare concretamente le conseguenze del riscaldamento globale individuando soluzioni innovative. Del resto, Venezia, essendo circondata dalle acque, subisce prima di tante altre i danni derivanti dal climate change. Siamo convinti che saremo apripista da questo punto di vista perché le soluzioni se funzionano qui funzioneranno anche nel resto del mondo”.
Nel 2023 Venezia è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite come Resilience Hub internazionale per le strategie e le politiche adottate per la riduzione dei rischi ambientali.
“Un riconoscimento reso possibile da un approccio proattivo – ha sottolineato Venturini – nella convinzione che il concetto di sostenibilità sia intimamente legato a quello di crescita economica, affidandosi con fiducia a tecnologia, progresso e investimenti in innovazione. Il funzionamento del Mose, che salva la città dalle acque alte, è un simbolo di questo approccio”.
Venezia, oltre ad essere un patrimonio di tesori artistici e architettonici, è ricca di natura, grazie alle sue isole, ai suoi giardini, alle sue spiagge, il Lido offre strutture ricettive e stabilimenti d’eccellenza ma anche riserve naturali ricche di biodiversità. C’è poi la ricchezza culturale e artigiana delle botteghe, che custodiscono spesso tradizioni millenarie che in passato si sono tramandate di padre in figlio tra remeri, perlere, impiraresse, mascareri, squerarioli, gioiellieri e dei pescatori che, oltre a tenere vive pratiche antiche propongono attività di pescaturismo, regalando ai turisti la possibilità di vivere una giornata al loro fianco.
Residenti e turisti – quasi dodici milioni di presenze tra gennaio e novembre del 2023 – nella città che diviene, convivono e con lei si trasformano. Il centro storico, infatti, come gran parte dei centri storici europei, sta registrando da decenni una diminuzione della popolazione residente. Una tendenza generalizzata. “Il dato, a Venezia, va però analizzato più nel dettaglio – ha precisato Venturini – il saldo tra chi va a vivere fuori città e chi invece sceglie di diventare un nuovo residente è, sia pure in misura lieve, positivo. Il segno meno davanti al dato generale è dovuto al tasso di mortalità che non viene pareggiato da quello di natalità: la città, infatti, è caratterizzata da una popolazione dall’età media piuttosto elevata”.
Venezia, specie dopo la pandemia, è diventata una città molto gettonata tra gli smart worker, coloro che non devono raggiungere un ufficio fisico per lavorare e, per questo, prediligono luoghi dove la qualità della vita sia elevata. La città ha un “ritmo lento”, diverso dal resto del mondo, e in circa quindici minuti si può raggiungere ogni punto d’interesse. Così manager, artisti, imprenditori di caratura internazionale hanno deciso di vivere a Venezia portando idee ed energie nuove.
“Allo stesso modo – ha concluso Venturini – puntiamo a raddoppiare nei prossimi anni la popolazione universitaria attraverso il progetto Venezia Città Campus. L’iniziativa coinvolge tutti gli Atenei cittadini e intende creare le condizioni affinché i giovani di tutta Europa decidano di studiare qui, portando il loro bagaglio di conoscenze. Molti di loro, è l’auspicio, costruiranno il proprio futuro a Venezia, diventando dei nuovi veneziani”.