È NATALE…ovunque tu sia!
di Monica Lucignano
Quest’anno, per il nostro consueto incontro con una famiglia italo-danese, lasciamo Milano dove, in occasione delle festività natalizie 2023, avevamo incontrato Marco e Maria e torniamo in Danimarca per conoscere Marco e Maj.
Anche se i nomi potrebbero sembrare simili, oggi raccontiamo una storia diversa, basata sull’incontro di due culture solo in apparenza distanti. Marco Storri proviene da Pistoia, piccolo centro della Toscana; si trasferisce in Danimarca per cogliere nuove opportunità lavorative in quanto, come dipendente dell’AnsaldoBreda*, viene coinvolto in un grosso progetto che lo vedrà impegnato dal 2003 al 2015 per poi passare in DSB. Marco, dunque, resta in Danimarca per scelta, per lavoro (oggi è manager in DSB) e per amore, poiché in questi anni incontra, in un pub di Aarhus Maj Oehle, aahrusiana doc con una passione per la cultura e la lingua del Bel Paese al punto che, a 16 anni, decide di partire per un anno di scambio e frequenta una scuola italiana, ottenendo in seguito un bachelor in studi italiani. L’esperienza le piace talmente tanto da ripartire, prima della laurea, alla volta di Firenze dove per 5 mesi approfondisce lingua e letteratura italiana. Durante la frequentazione del master in studi internazionali Maj lavora a Torino per alcuni mesi e ad oggi è Senior Director HR Core Deliveries della Demant, nota azienda danese che si occupa di salute uditiva.
Il loro sembra l’incontro di due predestinati, che si rincorrono per le strade del mondo e che si sono amati, forse, prima del loro stesso ritrovarsi, attraverso la passione per la cultura dell’altro, attraverso la conoscenza dei costumi dell’altra. Chi li conosce può dirvi, senza tema di smentite, che nessuno dei due ha mai vestito i panni dell’emigrante né dell’expat di lusso; Marco e Maj sono due viaggiatori che non hanno esitato, con famiglia al seguito (Nora oggi ha quasi 14 anni, Leo ne ha 9), a vivere e lavorare a Singapore dal 2019 al 2022. Se si dovesse scegliere una definizione per la famiglia Storri Oehle, la più adatta sarebbe cittadini del mondo.
Come si festeggia il Natale in casa vostra?
Marco: È tradizione della nostra famiglia trascorrere le festività natalizie un anno in Danimarca e uno in Italia, questa è l’unica consuetudine a cui abbiamo dato vita noi. Per il resto la tradizione italiana e quella danese convivono felicemente in casa nostra. Per prima cosa, i nostri figli adorano la leggenda del NISSE; nelle loro camere c’è una piccola porta dove lo gnomo, per tutto il mese di dicembre, entrerà per lasciare un piccolo regalo e troverà la ciotola colma di risengrød**. In realtà anche noi adulti troviamo dei piccoli regali da parte degli gnomi, lasciati in giro per casa.
Maj: La sera del 24 dicembre ci riuniamo con la mia famiglia (i genitori, mia sorella, i nostri figli) dopo cena cantiamo e balliamo intorno all’albero addobbato e solo dopo apriamo i regali. Si sceglie il più piccolo della famiglia per prendere i pacchi e consegnarli, annunciando chi lo dona e chi lo riceve.
E qual è la tradizione danese che ami di più in assoluto?
Marco: Quella dell’albero di Natale! In Italia spesso è artificiale, qui, invece, due giorni prima, ci rechiamo tutti insieme fuori città e visitiamo i coltivatori che hanno una vasta distesa di alberi e noi possiamo scegliere quello perfetto per noi. Noi stessi lo tagliamo e lo portiamo a casa e poi lo addobbiamo.
Maj: Gli addobbi sono, secondo la tradizione danese, fatti in casa, magari dai nonni insieme ai nipotini e non è raro che sull’albero ci finiscano pezzi di storia della famiglia, addobbi di quando la nonna era una bambina, ad esempio. E poi l’albero viene decorato con candele vere.
Maj, cosa ha colpito di più te e i bambini del Natale in Italia?
La riunione della famiglia, che in Italia si presenta più numerosa della mia; infatti il tema predominante non sono i regali (ci sono anche quelli, ovviamente) bensì lo stare in compagnia, l’atmosfera vivace, accogliente, di grande socialità e spontaneità, senza seguire schemi rigidi.
La condivisione e la spensieratezza è probabilmente, ciò che dà più gioia ai nostri figli quando siamo in Italia.
Come sono i menu delle vostre feste?
Maj: La prima portata è pesce freddo, poi la tradizionale anatra arrostita ripiena di prugne e mele, cavolo rosso stufato, patate bollite e le patate caramellate; non può mancare la brun sovs e si finisce il pasto con il Risalamande***, con il consueto rito della mandorla intera****. Inoltre, durante le festività natalizie, organizziamo gli Julefrokost, pranzi di Natale in cui incontriamo amici, parenti, colleghi di lavoro. Sono momenti di grande convivialità in cui mangiamo diversi tipi di aringhe, patè di fegato, filetti di pesce, maiale in crosta, polpette, il tutto accompagnato da birra e snaps.
Marco: Quando siamo in Italia trascorriamo tutti la vigilia a casa di mia sorella, con un menu rigorosamente a base di pesce che ci divertiamo a improvvisare di anno in anno. A mezzanotte il rito dei regali, poi qualcuno si reca in chiesa per partecipare alla messa, altri preferiscono la celebrazione del 25 dicembre. In questo giorno ci riuniamo dagli zii, con i cugini e le loro famiglie; il menù prevede crostini e antipasti, due o anche tre tipi di pasta e la seconda portata che ogni anno è una sorpresa. Tutti partecipano alla preparazione del pasto e danno una mano in cucina. La sera si cena con gli avanzi, ma soprattutto con i tortellini in brodo di pollo.
Cosa rappresenta, infine, il Natale per la vostra famiglia?
La sensazione di calore e di affetto che pervade le feste, quando l’amore e la condivisione prevalgono su tutto il resto.
Marco e Maj, un italiano e una danese, due persone normali eppure uniche che, attraverso la loro reciproca ricchezza culturale hanno saputo dar vita ad un ferace mosaico di tradizioni e usanze di entrambi i paesi. Ogni anno, a Natale, Marco e Maj celebrano tutto questo, ovunque essi siano, insieme all’amore ed al senso universale della famiglia.