SANREMO sempre più simbolo della tradizione italiana di Emilio Buttaro

21 Marzo 2025
Comments off
167 Views

SANREMO
sempre più simbolo della tradizione italiana
di Emilio Buttaro

Tornare a Sanremo per me è come tornare ragazzo. Ho seguito da giornalista il primo Festival nel 1986 quando avevo da poco compiuto 18 anni. Intervistavo i cantanti per le dirette radiofoniche dai telefoni degli alberghi e spesso dettavo i pezzi per i giornali dalle cabine a gettoni. Mai avrei pensato un giorno, di trasmettere dall’altra parte del mondo un’intervista in video pochi minuti dopo averla realizzata.
Eppure, il Festival negli anni è stato raccontato in tante lingue diverse, con un occhio particolare per gli italiani che vivono all’estero.
Nel frattempo, è cambiato tutto ma Sanremo rimane sempre un simbolo della tradizione e del costume italiano, ieri come oggi. Del resto, 75 anni di Festival sono anche 75 anni di Italia: da “Grazie dei fiori” a “Balorda nostalgia”.

L’edizione del 2025 del Festival di Sanremo ha fatto registrare ascolti record e Carlo Conti ha vinto la sua scommessa. Non è stato facile raccogliere l’eredità di Amadeus ma lui è un normalizzatore ed ha gestito tutto alla grande: sul palco rappresentanti di tutte le anime della musica italiana, fuori dal palco tensioni e polemiche. Certo, rispetto alle ultime edizioni l’assenza di un mattatore come Fiorello si è sentita parecchio ma tra ospiti e co-conduttori la formula ha accontentato più o meno tutti.

La vittoria di un giovane come Olly, talento, muscoli e gentilezza, è una buona notizia per la musica italiana. La sua canzone “Balorda nostalgia” racconta i bei momenti di una storia d’amore ormai finita. La carriera del ventitreenne genovese invece è iniziata da pochissimo ed è destinata ad una crescita esponenziale anche sul piano internazionale. In una top five tutta al maschile (questa non è una buona notizia) ci sono racconti fatti di autenticità e fragilità, testi che danno una speranza. Lucio Corsi piazzatosi al secondo posto per una manciata di voti, è risultato il vincitore morale del Festival oltre che primo assoluto per originalità. Il folletto che non vuole essere un duro ci ha riportato indietro agli anni belli del cantautorato. Apprezzatissimo anche Brunori Sas che ha cantato all’Ariston con la consapevolezza di chi ha portato un gran bel pezzo. Nella sua dedica alla figlia che cresce c’è tanta poesia e genialità, davvero un cantautore d’altri tempi.

La vera perla del Festival per me è la canzone di Simone Cristicchi.

Con “Quando sarai piccola” il cantautore romano ha portato all’Ariston tutta la sua sensibilità. Dopo averlo intervistato ho voluto ringraziarlo per le vere emozioni che ha saputo regalare e per la straordinaria capacità nel toccare le corde dell’anima.

La voce di Giorgia ha superato la perfezione, eppure è risultata la grande sconfitta del Festival ancor più di Achille Lauro.

Anche per l’edizione numero 75 si è registrata una forte presenza di stampa internazionale a Sanremo. Per Sanremo 75 tra Sala Stampa all’Ariston Roof e Sala Stampa “Lucio Dalla” sono state presenti ben 44 testate, tra le quali 20 radio e 4 televisioni. Del resto, Sanremo è un appuntamento imperdibile per i nostri connazionali all’estero, una sorta di cordone ombelicale con il Paese d’origine.

Nel raccontare il più importante evento mediatico italiano ho vissuto anche quest’anno una settimana straordinaria. Sul piano delle emozioni il punto più alto è stato sicuramente l’abbraccio che ho potuto dare all’israeliana Noa e alla palestinese Mira Awad prima del loro inno alla pace. È proprio da lì che bisognerebbe ripartire.

Comments are closed.