Consapevolezza parola chiave di uno stile di vita

12 Giugno 2017
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 La mente è una funzione corporea preposta alla regolazione tra ambiente interno, il corpo, ed esterno, l’ambiente. Per via di questo continuo flusso non è mai statica, continua ad adattarsi, a evolversi, risultando sfuggente.    Questo ha un grande valore dal punto di vista evolutivo, perché permette all’uomo di imparare, inventare, pianificare e ragionare, ma sembra avere un notevole costo emotivo

Uno studio del 2010 ha valutato con l’uso di un’app l’attività mentale di 5000 persone in momenti casuali della loro giornata. I risultati, pubblicati su Science, mostrano che per circa il 47% del tempo le persone hanno la mente altrove, rispetto a ciò che accade nel presente. Inoltre, a prescindere dalla natura dei pensieri, le persone hanno riportato di sentirsi meno felici quando la mente vaga, rispetto a quando sono pienamente nell’esperienza. Facciamoci caso: quando ci fermiamo a pensare alle cose di cui ci siamo occupati, quello che ci torna alla mente sono le sensazioni provate, il coinvolgimento emotivo, non le cose in sé, i prodotti. Il rapporto che abbiamo con il tempo dipende proprio dal dato qualitativo con esso: corrisponde alla nostra presenza mentale in quel momento, essere consapevoli nel “qui e ora”. La specie umana è l’unica capace di trascorrere una buona parte del suo tempo lontana dall’esperienza che il corpo sta vivendo, immersa nella contemplazione di qualcosa accaduto in passato o di qualcosa che potrebbe accadere in futuro. Questo fa sì che molte delle nostre scelte siano vissute sotto il livello della consapevolezza, con processi mentali automatici. La società odierna, in continuo mutamento con i fenomeni della globalizzazione e modernizzazione, sta aumentando il senso di affaticamento, di stress, a causa del pianificare e gestire un numero sempre maggiore di attività. Quindi come fare per interrompere il flusso e dare alla propria vita una direzione consapevole? La scienza ci mostra ora i vantaggi di mettere la nostra attenzione e la nostra consapevolezza in ciò di cui ci occupiamo. “Passando da una vita abitudinaria a dare attenzione a ogni momento della nostra vita, la nostra esperienza di quell’attimo sarebbe più piena di quanto non lo sia adesso”, scrive Shinzen Young nel suo nuovo libro The science of enlightenment. “Se potessimo concentrarci completamente sulle sensazioni che ci provoca una qualsiasi esperienza”, sostiene il maestro, “invece di perderci nel pensiero di quell’esperienza, non soffriremmo mai”. Occorre sicuramente avere la mente fresca: ciò può verificarsi grazie alla meditazione. Meditando qualche minuto al giorno egli sostiene che possiamo raddoppiare la durata della nostra vita; la sua pratica regolare aumenta infatti la concentrazione, e porta quindi ad un aumento della produttività. È sufficiente concentrarsi sul proprio respiro, sedersi su di una superficie piana, concentrarsi sulla respirazione ed espirare. La nostra società sembra avanzare verso la consapevolezza: scelte nutrizionali sempre più opportune, l’impiego di esercizio fisico, training di respirazione, di meditazione, mostrano il diffondersi di una visione di longevità in salute, per rallentare i processi d’invecchiamento e prevenire e migliorare le malattie croniche. Anche progetti governativi come la scelta in Danimarca di trasformare tutta l’agricoltura nazionale in biologica e sostenibile, o lo sviluppo di E.u.r.o.p.e della Commissione Europea, che introduce la meditazione trascendentale nelle scuole per prevenire la violenza giovanile, possono essere visti in questa direzione. Scelte in linea con la visione di Jonh Kabat-Zinn, pioniere negli USA, che ha visto nella consapevolezza “soprattutto una questione di attenzione e lucidità per controbilanciare il controllo e l’assoggettamento della natura propri del nostro orientamento culturale”.

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