Renzo Arbore, e una ventata di musica fa cantare il mondo di Grazia Mirabelli

24 Gennaio 2020
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Renzo Arbore, e una ventata di musica fa cantare il mondo
di Grazia Mirabelli

Eclettico conoscitore del panorama musicale internazionale, a tu per tu con personaggi del calibro di James Brown, Dizzie Gillespie, Solomon Burke, Chet Baker, ospiti nelle sue trasmissioni, ma anche ironico estimatore della canzone napoletana, Renzo Arbore, una vita spesa tra musica e spettacolo, originale, elegante, mai volgare, è sempre in giro, in Italia e all’estero, con la sua orchestra italiana. Insieme hanno avuto il merito di far conoscere ed apprezzare un po’ovunque il patrimonio musicale napoletano a cui l’artista racconta di essere legatissimo fin dall’adolescenza. In omaggio agli anni in cui ha vissuto e studiato a Napoli, e dove Il Ponte lo ha incontrato in occasione di un suo recente concerto.

Sono trascorsi 28 anni da quando, nel 1991, l’Orchestra Italiana, allegramente capitanata da Renzo Arbore, ha cominciato il suo lungo viaggio. Stati Uniti, Cina, Messico, Australia ed oltre, per divenire ufficialmente ambasciatori della canzone napoletana nel mondo. Una vita vissuta con e per amore della musica, raccontata recentemente anche in TV in “ll’arte d’ ‘o sole”.
« Un programma che ha il pregio di mettere insieme – ci racconta Arbore – tutti gli elementi simbolo del mio amore per la canzone classica e per la sua cultura, oltre che un omaggio agli anni in cui l’Orchestra Italiana ha fatto cantare il mondo al suono di tamburelli e mandolini. Due strumenti legati allo stereotipo di una Napoli malinconica e un po’ retró, che l’Orchestra italiana ha sdoganato, regalando loro nuovo fascino nel promuovere la musica napoletana all’estero in una versione allegra e scanzonata, e raccontando una Napoli sempre al passo con i tempi, senza mai rinnegare le radici profonde della più autentica tradizione ».

Il signore della musica
La capacità di Renzo Arbore di riuscire a trasformare in arte il suo lavoro è indiscutibile. Simpatico e sempre con la battuta pronta, viene apprezzato anche per la sua aria da menestrello e l’erre moscia che ne sottolinea quell’arguta ironia con cui Renzo è riuscito a raccontare l’Italia attraverso la musica. Un viaggio nel tempo fatto in modo del tutto personale e un po’ controcorrente, come solo chi ha una profonda conoscenza delle cose sa fare.
I suoi spettacoli, sapienti siparietti di personaggi e gag mai nostalgici, coinvolgono un largo pubblico, e non hanno nulla di casuale. Curati fino al minimo dettaglio, ripropongono una visione artistico/culturale raffinata ed attenta al cambiamento della società italiana attraverso gli ultimi 50 anni. Anni in cui Arbore stesso ha avuto un ruolo di spicco per avere trasformato il modo di fare spettacolo in televisione con originalità, dando vita ad indimenticabili trasmissioni del livello di “Quelli della notte” che hanno fatto epoca.

E non è da meno il successo ottenuto da qualche anno con una brillante rivisitazione di quel mondo colorato e poliedrico della Napoli dei primi del secolo scorso, facendone magistralmente rivivere le macchiette ed i suoi molteplici artisti.
« Già perchè- continua Renzo- ora che sono più anziano, vorrei poter invitare i giovani, profondamente calati nel mondo della rete e dei social com’è giusto che sia, a ripescare le cose belle dal passato. Cose forse un po’ démodé, ma che rappresentano pezzi della nostra storia e della nostra musica. Un patrimonio culturale conosciuto e apprezzato anche dall’altra parte del mondo-conclude

Il calore della città di Napoli
Ed oggi è proprio la sua Napoli ad accoglierlo, ad ospitare uno dei suoi concerti. Renzo è tornato a casa per qualche ora, in quella che lui originario della ubertosa Puglia, considera una città meravigliosa, e a cui sente forse un po’ di appartenere, tanto da averne con i suoi paesaggi, ridipinto le pareti di casa.
« Napoli mi accoglie ogni volta con lo stesso calore ed affetto, facendomi sentire il benvenuto. Una città spesso associata a problemi, negatività, a cui riconosco il merito di avere, con la sua filosofia di vita e l’arte di arrangiarsi, saputo ricostruirsi un’immagine nuova e che oggi vive un momento di rinascita condividendolo con tantissima gente, tra cui molti turisti che le fanno visita ogni anno. Ed è proprio tutto quel colore e quella passione, scritta nelle tante pagine della sua storia, la parte di memoria di questa città che vorrei contribuire a far si che non fosse dimenticata, e che cerco di tenere viva attraverso il racconto della sua musica e dei personaggi che l’hanno caratterizzata ».
Ci allineiamo con il pubblico che accalca i gradoni per l’accesso all’arena. Un pubblico di tutte le età che ha una gran voglia di essere coinvolto, battere le mani, lasciarsi trascinare da una musica che viene da lontano nel tempo, ma ricca della stessa forza e passione di sempre. Un appuntamento emozionante, Renzo è tornato e la festa può cominciare.
E Napoli sa godere in pieno di tutto questo. Una città fedele, a volte indomabile, ma piena di vita, sempre generosa e pronta ad accogliere.

Grazie di cuore a Massimo Volpe, Direttore musicale – Pianista – tastierista e compositore presso Renzo Arbore e L’Orchestra Italiana, ed alla cara amica Beatrice che hanno reso possibile tutto questo.

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