“Cuore di Donna”: progetto per promuovere la pace e la visione dell’arte come unione fra l’umano e il divino a cura di Emma Fenu

1 Maggio 2020
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“Cuore di Donna”:
progetto per promuovere la pace e la visione dell’arte come unione fra l’umano e il divino
a cura di Emma Fenu

A Copenhagen, a fine dello scorso anno, è stata presentata in danese, italiano, inglese e spagnolo la mostra personale di pittura di Gladys Cantelmi, dal titolo “Dall’Io Ultrareale al Cosmo- evoluzione/ involuzione dell’energia” (Fra Jeg’et til Cosmos), con la partecipazione della pittrice Silvia Pellegrino.

La mostra citata rientra nel progetto internazionale itinerante “Cuore di Donna”, un contenitore di arte in tutte le sue sfaccettature in cui sono presenti esponenti di culture diverse, distanti geograficamente ma vicini, anzi, uniti da un unico anelito: la pace e il rispetto dei diritti umani.
Il progetto è stato ideato e promosso da Gladys, una donna eclettica che esprime la propria interiore ricerca di significato nella pittura e nella scrittura e che vive l’arte come libertà e ricerca dell’essenziale, in cui umano e divino si toccano.
Quando ci siamo incontrate, a Nørrebrohallen, location che ha accolto la mostra, è nato un interessante confronto sulla visione del femminile e del maschile fino ad arrivare a individuare l’essenza dell’arte.

Hai definito le tue opere “etiche”. Qual è la funzione dell’arte nel veicolare la pace e la promozione dei diritti umani?
Artisti di epoche e culture diverse hanno sempre rispecchiato, attraverso le loro opere, la realtà che li circondava. Di pari passo con l’evoluzione (e rivoluzione) industriale prima e con quella tecnologica dopo, si è evoluta anche la società; l’artista riflette tale cambiamento.
Oggi, dopo decenni di ricerca del benessere, gran parte dell’umanità sente il bisogno di tornare alle origini autentiche. Il manifesto de “L’Ultrarealismo di Gladys C.”, corrente artistica che porta la mia impronta, promuove, pertanto, una visione dell’arte come utile alla ricerca del Sé in quanto permette di entrare in una realtà parallela, che chiamo ultrareale, manifestazione dell’essenza divina che c’è in ognuno di noi.
L’arte, da questo punto di vista, non è più un semplice oggetto estetico, bensì uno strumento etico volto alla sensibilizzazione del grande pubblico, per denunciare ciò che non va bene e per sottolineare ciò che si deve difendere: la dignità – diritto inalienabile di ogni essere umano e non solo.

Le donne sono per te promotrici di pace e madri nell’accezione più ampia del termine, ossia in difesa e accoglienza della vita?
Le donne sono, in senso lato, madri perché create per accogliere la vita indipendentemente dalla procreazione. Non credo che la propensione alla pace sia una qualità esclusiva del sesso femminile, però la donna è per indole una buona mediatrice per la risoluzione dei conflitti sia in ambito familiare che sociale.

Cosa pensi del femminismo? Credi in un movimento al femminile odierno?
La storia della lotta delle donne per conquistare -e, in certe culture, per riacquistare- una posizione di rispetto è lunga e molto articolata; ritengo che il femminismo degli anni ’60 e ’70 fu una tappa necessaria, ma tutto si evolve, anche la società.
Quindi, più che in un movimento femminile odierno, credo alla presa di coscienza delle donne che incominciano ad unirsi e a manifestare la loro forza intellettiva attraverso la cultura, l’arte, la politica e, soprattutto, la libertà di essere se stesse.
Resta comunque molto da fare ancora. Non è facile uscire fuori dai labirinti degli stereotipi che per lungo tempo hanno prevalso in una società impostata ad hoc per far sì che l’uomo fosse il padrone assoluto del potere e della “morale”.

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