Accendi più candele, è Natale! di Gisella Paccoi

30 Dicembre 2020
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Accendi più candele, è Natale!
di Gisella Paccoi

Quando, alcuni anni fa, aprirono i primi negozi Ikea in Italia, la battuta che più spesso si sentiva in giro era “non volevo comprare nulla…. ma non ho resistito, e sono uscita con un sacco pieno di candele”.

Viste dall’Italia, tutte quelle candele avevano poco senso. In Italia, infatti, per tradizione le candele ricordano essenzialmente tre cose: le chiese, i ristoranti romantici e tutte quelle volte in cui, magari durante un temporale, “andava via” la luce ed era necessario arrivare a tentoni fino al cassetto nel quale si conservavano mozziconi e moccoletti, oppure si andavano a cercare le “bugie”, piccoli portacandele dalla tipica forma allungata.

Le stesse candele, viste in Danimarca, nel paese dove non esistono serrande, scuri e tapparelle, hanno tutto un altro significato. Qui le candele ardono nella lunga, interminabile notte che va da ottobre a marzo; tremolano nei davanzali, seguendo il tacito accordo fatto tra chi sta dentro casa e chi cammina lungo il marciapiede, accanto alle finestre così basse, così ad altezza sguardo. Secondo questo patto, chi è dentro casa accende candele per donare un’atmosfera “hyggelig” alla strada, attraverso il buio della notte, e chi è fuori dimostra la propria gratitudine evitando educatamente di guardare all’interno.

Tante, tante candele, ovunque, per rendere “hyggelig”, un po’ più accogliente, anche il rigido inverno, quello per il quale c’è chi spera di avere sempre tanta neve, perché il bianco ed il riverbero amplificano i pochi, timidi raggi di un sole quasi inesistente.

Tante candele, accese, per catturare la luce, quella luce così importante ed amata da essere dedicata ad una delle sante più amate: Santa Lucia, per l’appunto.
In Italia, questo è praticamente un giorno come un altro, noto per via della rimetta bambinesca che lo descrive come “il giorno più corto che ci sia” (con buona pace degli astronomi, che sanno di dover aspettare un’altra settimana, fino al solstizio d´inverno). In Danimarca, invece, dove la presenza della notte si fa sentire così tanto fino ad arrivare a trasformarsi in una dolorosa nostalgia, l’amore per il chiarore non è appagato dalle lunghe ore di giorno, nella breve estate, e la festa della Santa della Luce è sentita e celebrata con grande intensità.
L’apoteosi si ha, poi, il 24 dicembre, quando la frase più ricorrente è “accendi più candele, è Natale!”.

Quest’anno, dopo un percorso così difficile, problematico e drammatico, scandito dai ritmi imposti dalle misure di protezione contro il nemico invisibile, il covid-19, le candele hanno ancora più senso.

Qualcuno ha detto che l’atmosfera “hygge” si crea quando ci si sente al sicuro, all’interno della propria casa, insieme alle persone care. In questo momento, l’augurio, di cuore, per tutto il mondo è che la tremula luce delle candele aiuti a mantenere vivo non solo lo spirito “hygge”, ma anche la speranza per un futuro vicino, vicinissimo, nel quale il nemico invisibile sia stato sconfitto e la vita possa tornare ai suoi ritmi normali. Forse addirittura migliori.

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