M.I.R.E.mondo – semplicemente orgogliosi di essere italiani di Grazia Mirabelli

10 Marzo 2021
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M.I.R.E.mondo – semplicemente orgogliosi di essere italiani
di Grazia Mirabelli

Dare voce e visibilità agli italiani. Farlo in maniera concreta, attraverso storie di successo, impegno e competenza, per raccontare chi all’estero continua a sentirsi più italiano di prima, chi lavora, produce e si distingue, contribuendo a tenere alto il buon nome dell’Italia nel mondo. Il MIRE, movimento italiani residenti all’estero, nasce soprattutto per promuovere e dare visibilità all’eccellenza italiana, e a tutta quell’italianità che a fatica e con impegno realizza i propri progetti, raggiungendo piccoli o grandi successi al di fuori dei confini. Il MIRE lo vuole fare partendo dal basso, dando voce unica a tutti quelli che si riconoscono in quest’idea. Anche attraverso il sostegno di imprenditori di successo che hanno voglia di dare una mano per sostenere e sviluppare la piccola e media impresa, vera anima della presenza italiana nel mondo.

Enzo Odoguardi, origini calabresi, sa bene cosa vuol dire essere imprenditore, e come architetto ha vissuto e realizzato varie opere in diversi Paesi del mondo. Console Onorario, è da anni impegnato per gli Italiani Residenti all’estero, come Presidente di Camere di Commercio e come imprenditore nello sviluppare e concretizzare grandi progetti immobiliari e commerciali. È lui il promotore e Presidente del MIRE, nato circa due anni fa negli Stati Uniti d’America. Enzo è molto sensibile ai tanti temi che riguardano l’essere italiano oltre confine, ma Made in Italy-imprenditoria, e lingua e cultura sono il suo asso nella manica.

Su quale progetto nasce questo movimento, e perché tanti imprenditori italiani di successo hanno aderito alla tua idea?
Il MIRE nasce dalla volontà di impreditori che vivono in Nord America e Canada , stanchi delle promesse dei partiti politici tradizionali. L’obiettivo è quello di creare un movimento che si prenda cura degli Italiani nel mondo che, ricordiamo, sono circa sessanta milioni, ben aldilà dei cinque milioni di iscritti AIRE. Fare gruppo e unire gli Italiani all’estero, assicurando loro l’esperienza di questi imprenditori che si sono realizzati ed oggi mettono la loro esperienza al servizio degli altri e si rendono disponibili a dare una mano ai connazionali. È la chiave di volta su cui si basa il MIRE.

Dai tempi di Mirko Tremaglia è cambiato molto nell’emigrazione italiana ma forse molti temi sono rimasti gli stessi. Cosa significa oggi fare gli interessi degli italiani che vivono nel mondo?
Essere Italiani non significa essere iscritti all’AIRE, significa avere dentro il sangue Italiano, proteggere le eccellenze, la cultura, la lingua, le tradizioni e trasmetterle alle generazioni future. Esistono però problemi storici che affliggono le comunità italiane nel mondo, tra questi la perdita del diritto ai “bollini“ sanitari per le medicine o del medico di base perché residenti all’estero, così come il problema dell’IMU. A queste stesse persone viene richiesto di pagare le tasse sulla pensione in Italia, un vero controsenso.
Al contempo assistiamo a un tipo di emigrazione di cervelli e non più di manovalanza, giovani che cercano di realizzare la loro professionalità in altri paesi, dove vengono accolti e riconosciuti e la loro preparazione valorizzata. Che si distinguono portando avanti il concetto di “eccellenze Italiane“ con progetti nuovi, spesso di successo, che contribuiscono a fare grande l’immagine dell’Italia. Proprio su quei giovani vogliamo concentrarci per fare in modo che abbiano le porte aperte ai loro sogni e possano sviluppare piccola e media impresa riuscendo ad
attingere ai fondi messi a disposizione dalle regioni vs UE per lo sviluppo su territorio straniero.
Il potenziamento di questo settore è la “pietra miliare” nei programmi del MIRE.

Il Made in Italy potrebbe essere il vero asso nella manica, ritieni che si faccia abbastanza su questo fronte oggi in Italia?
Assolutamente no, siamo conosciuti in tutto il mondo per il Made in Italy, spingere sui nostri prodotti è la base per spingere sull’impreditoria Italiana più in generale e non solamente quella dell’Italia all’estero. L’Italia è un paese relativamente piccolo, confronto a quello che è capace di produrre, e i mercati naturali delle eccellenze Italiane sono soprattutto all’estero, veri Ambasciatori di Italianità nel mondo.

Parliamo della lingua e di quanto conta per gli italiani all’estero il trasmetterla ai propri figli
Oggi la lingua italiana si è uniformata in tutto il paese e le nuove generazioni hanno preso atto del fatto che trasmetterla ai propri figli sia indispensabile per alimentarne il patrimonio identitario. La diffusione della lingua e della cultura è uno degli strumenti più efficaci per rafforzare la presenza dell’Italia nel mondo e consolidarne i legami con l’Italia. Il MIRE ha nel suo programma il promuovere lo studio della lingua italiana anche nelle scuole pubbliche all’estero. Ma non a caso anche la radio in lingua italiana a cui stiamo lavorando ha tra i suoi obiettivi quello di divulgare la nostra bella lingua e consolidarla all’interno del quadro europeo.

Anna Mastrogiacomo, di origini napoletane, vive da 25 anni in Germania dove si è impegnata fin dal primo giorno a favore della collettività italiana. Oggi Anna rappresenta la colonna portante del MIRE in Europa. Nominata coordinatrice solo pochi mesi fa da Enzo Odoguardi, è stata capace di mettere in piedi in poco tempo una rete di italiani di tutto rispetto residenti nei vari paesi europei, andando così a comporre un quadro di riferimento del MIRE, anche in Europa.

Cosa ha mosso il tuo interesse verso gli italiani nel mondo, in tutti questi anni di dedizione assoluta che ti hanno portato oggi a ricominciare dal MIRE?
Ho sempre avuto un interesse naturale verso il prossimo ed essendo la comunità italiana all’estero in Germania “l’Italia a me più prossima” ho cercato di mettermi a disposizione dei nostri connazionali, anche con l’esperienza del MIRE perché credo negli ideali dell’impresa e della valorizzazione del Made in Italy.

Ma il progetto che sta nascendo va oltre la Germania. Qual è il modo più attento per poter rispondere ai bisogni attuali degli italiani che vivono in Europa?
Sicuramente la lingua ed il lavoro sono le premesse essenziali all’integrazione di qualsiasi cittadino nel tessuto socio-economico all’estero. Ma oggi direi che un tema fondamentale da sviluppare sia anche quello della formazione continua, per sopravvivere in un mondo sempre più globalizzato e competitivo. Perciò stiamo dando vita ad una rete, il MIRE EUROPA che vuole creare le premesse per rispondere a queste esigenze.
Chiunque creda nella rivoluzione liberale, sempre dibattuta e mai davvero totalmente realizzata, e abbia a cuore le capacità di intraprendere dei nostri connazionali all’estero non può che riconoscersi nelle idee del MIRE.

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