Roma, Giubileo 2025: anno di riconciliazione per i pellegrini di speranza di Monica Lucignano

13 Ottobre 2024
Comments off
352 Views

Roma, Giubileo 2025: anno di riconciliazione per i pellegrini di speranza
di Monica Lucignano

Questo 2024, la fase storica che il mondo sta attraversando, sembra essere il momento ideale per la proclamazione dell’Anno Santo; esso, infatti, rappresenta un momento di conciliazione, di remissione delle pene e dei peccati per tutto il mondo cristiano.

La storia di questo evento, profondamente legato ad uno dei temi principali della Cristianità (il pentimento e il perdono), ha però origini ebraiche. Infatti, il corno d’ariete (jobel da cui il termine Giubileo) suonava per dare il segnale dell’inizio della festa, con cadenza ogni 50 anni; durante questo periodo la Terra riposava, le terre confiscate venivano restituite e gli schiavi liberati.

Per i Cristiani, invece, la storia del Giubileo ha inizio il 22 febbraio del 1300 con Papa Bonifacio VIII, il quale assicura l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che visiteranno la Basilica di San Pietro e quella di San Paolo fuori le mura.

La bolla stabilisce che tale ricorrenza avrà una ciclicità precisa, stabilita da Bonifacio nel lasso temporale di 100 anni.

Ma la situazione politica nella quale la gestione del potere pontificio da parte di Urbano VI (il periodo della cattività avignonese, il Grande Scisma con l’elezione di Clemente VII e le guerre intestine) aveva gettato la Chiesa, determinò una tale precarietà che il Papa decise di indire un nuovo Anno Santo, dopo solo 33 anni, con il malcelato scopo di raccogliere fondi per poter finanziare la conquista della città di Napoli. Occorrerà attendere l’avvento al soglio pontificio di Paolo II nel 1464 per sancire definitivamente la cadenza delGiubileo ogni 25 anni, affinché ogni generazione potesse viverne uno.

L’indizione di un Giubileo è compito del Pontefice, la sua organizzazione viene demandata, anche per il 2025, al pro-prefetto del Dicastero dell’evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, principale referente per le modalità di svolgimento dell’evento giubilare, il quale si interfaccerà con il Commissario Straordinario per il Giubileo nonché sindaco della città eterna Roberto Gualtieri, che si farà carico di curare la parte logistico-funzionale dell’evento.

Per il Giubileo del 2025, infatti, sono previsti a Roma circa 32 milioni di pellegrini; sono loro i veri interpreti –e al tempo stesso– i fruitori di un evento che, prima di essere culturale e mediatico, è innanzitutto religioso: la manifestazione di una spiritualità che anela alla conversione e al perdono dei peccati. Il senso del viaggio del pellegrino è proprio il mettersi in cammino con il proprio fardello per giungere alla Porta Santa della Basilica di San Pietro e poterla attraversare per passare –anche fisicamente– da un luogo di afflizione ad uno di redenzione. È questo il gesto più importante di ogni Anno Santo: l’apertura, ad opera del Pontefice, della Porta Santa, dietro la quale viene eretto un muro ogni volta che il Giubileo si conclude. Quest’anno la cerimonia d’apertura è prevista per il 24 dicembre 2024 alle ore 16.30. Il motto scelto dal Papa, pellegrini di speranza, è stato così motivato in una sua dichiarazione:

“Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”

Come vivere questo pellegrinaggio giubilare?
Questo dipende dal modo in cui ogni credente lo interpreta; se si vuole vivere un’esperienza simile a quella del Cammino di Santiago o a quello della Via Francigena (solo per citare i più conosciuti), sarà necessario procurarsi il passaporto del

pellegrino per poter apporre i timbri delle singole tappe, fino a cumulare almeno 100 km a piedi o 200 in bicicletta. Se, invece, si giunge a Roma con mezzi più moderni, allora il pellegrino potrà acquistare l’indulgenza plenaria visitando la quattro basiliche maggiori della città: Basilica di San Pietro, Basilica di San Giovanni in Laterano, Basilica di San Paolo fuori le mura e Basilica di Santa Maria Maggiore.

Ma se il fedele volesse rinverdire una antichissima tradizione devozionale cristiana, risalente al IV secolo, allora dovrebbe seguire l’itinerario proposto dal giro delle Sette Chiese. Esso si estende per circa 20 km, partendo da San Pietro per poi toccare San Paolo fuori le mura. Da lì si raggiunge il santuario mariano del Divino Amore e si prosegue verso il colle del Celio, dove si trova la Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma. Si arriva poi alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme, che accoglie parte della Croce e ci si sposta verso il cimitero comunale del Verano accanto al quale si trova San Lorenzo Fuori le Mura, per terminare il pellegrinaggio in cima all’Esquilino, dove sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore, la sola ad aver mantenuto la primitiva struttura paleocristiana.

In combinazione con questo percorso, Roma Capitale organizza una serie di mostre d’arte e di eventi di ampio respiro culturale per rinfrancare l’animo del penitente con le bellezze di una città trimillenaria che, nel corso dei secoli, è stata testimone –e mai solo scenario– della Storia del mondo. E con questo flusso di pellegrini oranti, speriamo di cancellare dai nostri occhi e dai nostri cuori il ricordo di Papa Francesco che, il 28 marzo del 2020, percorreva una Piazza San Pietro deserta, per dare ad un paese preso in ostaggio dalla Pandemia un messaggio di speranza.
Allora come oggi, ne abbiamo bisogno tutti.

Comments are closed.