Lecce, il Barocco, la città delle cento chiese di Maria Dora Elia

9 Agosto 2024
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Lecce, il Barocco, la città delle cento chiese
di Maria Dora Elia

Lecce è una perla preziosa in uno scrigno chiamato Salento che, negli ultimi vent’anni, in molti hanno scoperto trovando in esso bellezza, cultura, meraviglia.
Se pensando al tacco estremo d’Italia si fa riferimento al mood il sole, il mare, il vento, immaginando spiagge, scogliere, mare cristallino, giunti a Lecce ci si rende subito conto che questa terra di dove finisce la terra, come canta Capossela, non è solo spazio per vacanze estive prolungate, ma anche arte, architettura, tradizioni.

Percorrere le strade lastricate del centro storico, muovendosi tra le porte che testimoniano la presenza delle vecchie mura dell’antica città, è un continuo, piacevole inciampare in chiese e palazzi barocchi. Tutti questi edifici sono costruiti in pietra leccese, arricchiti con fregi e sculture che incantano lo sguardo per la dovizia di particolari scolpiti nella pietra che, se non avessero il caratteristico colore che va dal bianco al giallo paglierino, sembrerebbero veri, personaggi pronti al cammino, frutti da mordere, festoni da sistemare all’arrivo del vento.

Definita la città delle cento chiese e dei mille palazzi, oltre che la Firenze del Sud, Lecce è dominata dal barocco, forma artistica e architettonica che si è sviluppata tra la fine del XVI e la metà del XVIII secolo, riconoscibile per la ricchezza delle decorazioni che ricoprono le facciate delle chiese e delle costruzioni nobiliari.

Il simbolo del barocco leccese è la chiesa di Santa Croce, con il suo imponente rosone e la storia che intreccia sacro e profano, raccontata dalle sculture dei tre livelli della facciata. Santi, cherubini, figure mitologiche, simboli araldici, elementi sacri e naturali: un tripudio di forme che testimonia la magnificenza del regno di Maria d’Enghien e Gualtiero VI di Brienne, la potenza della Santa Croce e la presenza dell’ordine dei Celestini.

La facciata, progettata nel 1549 dall’architetto e scultore Gabriele Riccardi e proseguita da Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna fino al 1699, è impreziosita da balconate che sembrano ricamate a melograni, fiori, gigli e dal rosone centrale costellato di angeli, dal quale filtra la luce che irradia le tre navate e il soffitto a capriate in legno e oro. Santa Croce, con l’annesso convento dei Celestini, ha mille storie da raccontare, tanto da impressionare abili scrittrici come Gabriella Genisi e Simona De Riccardis.
Il barocco, però, non è solo Santa Croce: altro simbolo è il Duomo dedicato alla Madonna dell’Assunta, affiancato dal seminario, con la sua ampia piazza chiusa e l’imponente campanile.

Seguendo la strada che va da Porta San Biagio al Duomo, si incontrano la Chiesa di San Matteo, incastonata tra gli edifici intorno, la più semplice Santa Chiara e la Chiesa di Sant’Irene sita tra i palazzi storici di Lecce. Proseguendo per Porta Rudiae si può ammirare la Chiesa di San Giovanni Battista al Rosario. Questi i gioielli più preziosi della Lecce barocca, ma se avrete il tempo e la voglia di percorrere le stradine del centro, magari in quelle ore del giorno in cui la luce del sole rende miele le facciate storiche, ne incontrerete molti altri di palazzi e chiese da ammirare.

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