Mantova: una città da sogno

20 Giugno 2016
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Palazzo DucaleGioiello del Rinascimento famoso in tutto il mondo per la sua storia, gli inestimabili tesori d’arte e le bellezze naturali, la città di Mantova è stata insignita del titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2016.

Siamo in Lombardia. A 130 chilometri da Milano ecco Mantova, città che a ragione è diventata ”Capitale italiana della Cultura 2016”

Città d’acqua”, circondata da tre laghi, il lago superiore, di mezzo e inferiore, è importante città artistica , bella ed emozionante.

La si vede sfilare, nascere dall’acqua, con le sue torri, i suoi palazzi e la sua cupola…

La storia l’ha resa meravigliosa e i laghi l’abbracciano complici in questo incanto.

Mantova, Palazzo Te, sala di Psiche (GManto fu che cercò per terre molte; poscia si puose là dove nacqu’io; onde un poco mi piace che m’ascolte”. Così Virgilio presenta Manto, fondatrice leggendaria della sua città nella Divina Commedia di Dante.

Mantova è una testimonianza eccezionale del Rinascimento con differenti stratificazioni urbane dall’epoca romana, medievale fino al barocco.

La determinarono una natura cruda, le necessità militari e la corte dei Gonzaga, una corte dedita alla musica, alla pittura, ai fasti ed al piacere di vivere che dominò dal 1328 al 1707.

La città crebbe, si cinse di mura. Sorsero palazzi pubblici ed edifici religiosi, la Reggia, il Castello con quattro torri merlate agli angoli…Nel corso del XVIII secolo la città conobbe ancora un periodo di fervore artistico.

Mantova, Duomo e piazza SordelloPrincipi ricchi, raffinati, gaudenti, i Gonzaga riunirono a Mantova le fantasie nell’ arte e nel modo di vivere degli anni più perfetti della nostra cultura. Piazza Sordello, la piazza per la quale si accede all’ingresso della loro reggia, è soltanto una vecchia piazza poetica come si incontrano in altre città padane. Palazzo Ducale e il Castello costituiscono un unicum di dimensioni enormi con 500 sale, 15 giardini e vari cortili. Molti gli artisti che vi hanno lavorato come Pisanello, Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Mantegna e Giulio Romano.

Se entriamo ecco la meraviglia, la sorpresa teatrale, un’altra città nascosta. Il palazzo suggerisce la fantasia del labirinto e del gioco di specchi. Si può vagabondare a lungo per quelle sfilate di sale fastose, scoprire piccoli appartamenti geniali, imbattersi in giardinetti circondati da architetture, partecipare al gioco dell’Appartamento dei Nani con scale, porte, stanze e nicchie adatte alla loro statura e fermare il vagabondaggio nella Camera degli sposi affrescata da Andrea Mantegna , ritratto suddiviso in alcuni grandi riquadri in cui tutti i Gonzaga: principi, donne, adolescenti, giovinette e prelati, ospiti dalla lontana Danimarca, entrano come personaggi con i loro pensieri politici e i loro piaceri. Si ammira un’arte di psicologo sommo, che penetra nelle anime, le distingue sui volti, lasciandole integre sapendo portare alla luce anche la gloria principesca, la magnificenza.

Andrea Mantegna venne invitato a Mantova nel 1460 dove morì nel 1460 ed è sepolto in Sant’Andrea.

Mantova, Palazzo Te, Sala dei Giganti_001Il meglio di Mantova è al chiuso, i suoi paesaggi sono interni. Il monumento più cospicuo all’esterno è la basilica di Sant’Andrea disegnata da Leon Battista Alberti, uno dei più affascinanti edifici religiosi del Rinascimento. Non meno interessante è la Rotonda di San Lorenzo, antica chiesa romanica, la Torre dell’orologio del ‘400, il Palazzo della Ragione del’200 sede dei Gonzaga.

In tempi meno militari, il piacere di vivere ruppe la scorza e dilagò alle porte di Mantova.

Qui sull’isola Teieto sorse il Palazzo Tè una delle molte decine di ville che i Gonzaga fecero costruire, e che serviva soprattutto di scuderia per i loro cavalli. È un quadrato di sale a pianterreno, intorno a un cortile-scenario adatto ai piaceri spettacolari. Rappresenta il trionfo di Giulio Romano che si sbizzarrisce negli affreschi dando ampio spazio alla fantasia e alla fastosità come dimostrano quelli dei “Giganti” e di “Amore e Psiche”.

Mantova è anche un centro artistico di sapori. I piatti tipici del territorio mantovano hanno da sempre trovato il giusto connubio tra una grande genuinità contadina ed una elaborata aristocratica creatività. Da Palazzo Te si può tornare in centro fino a Piazza Sordello e cenare all’Osteria di Piazza Sordello 26.

Ecco uno dei menu: Tortelli di zucca, Bollito di carne arricchito dalla tipica mostarda mantovana e come dessert una fetta di torta detta “La Sbrisolona”. È un menu ricco che richiede poi una bella passeggiata per ricordare al meglio la cena.

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