La donna che inventò un bozzolo

20 Giugno 2016
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Per temperamento ho sempre amato viaggiare in tutto il mondo, dice Anna Maria Indrio, architetto italo-danese che a 21 anni lasciò l’ambiente di studio un po’conservatore di Roma, per trasferirsi a studiare all’Accademia di Copenaghen, incontrando un atteggiamento molto più aperto nei confronti delle donne

Foto 4 - Teknisk fakultet i Odense  Universitet (2)La strada è lunga per arrivare fino ad Anna Maria Indrio, autrice di una serie di opere innovative di ampio respiro, realizzate sia in Danimarca che a livello internazionale. Come il pluripremiato edificio di Østerbrogade 5, il Parco di Rungsted o il Centro Darwin, estensione del Museo di storia naturale di Londra.

Ma la strada è lunga anche nel vero senso della parola. Dal 2015 Anna Maria è partner dello studio di architetti Norrøn, situato su al quarto piano di una vecchia scala, sul retro di un tranquillo cortile di Bredgade.

Anna Maria, 72 anni conserva intatta la passione e il desiderio di sviluppare nuove idee.

L’architetto Indrio ha al suo attivo alcuni anni di collaborazione con il rinomato studio C.F.Møller per cui ha realizzato una serie di prestigiosi progett,i tra i quali l’ampliamento dello Statens Museum for Kunst. Annamaria ha portato con sé gran parte del suo apprezzato stile entrando a far parte dello studio Nørron.

Non mi va di diventare un esperto consulente, mettendo da parte l’essenza creativa del mio lavoro. Fino a quando mi sarà possibile voglio continuare a creare costruzioni” – dice Anna Maria.

Condividere le responsabilità

Il piccolo studio di disegnatori è un vero laboratorio, ed è proprio quello che mi è mancato negli ultimi dieci anni, dove la mole dei progetti era talmente grande che il processo creativo non veniva mai completamente sviluppato. Da C.F.Møller dovevo occuparmi di troppi aspetti organizzativi a vari livelli. Qui invece condividiamo lo sviluppo nella fase delle idee e in quella delle responsabilità. Cosa che trovo appagante.”

Lo studio Norrøn ha da poco vinto la gara d’appalto per la Blåvand, spiaggia del Mare del Nord, bandito a seguito della controversa legge sulla costruzione di abitazioni sul litorale. Il bellissimo edificio si inserisce armonicamente nella natura del Mare del Nord, riuscendo a ribaltare il parere critico di chi temeva che il paesaggio costiero sarebbe stato danneggiato dal nuovo parco acquatico così tanto voluto dal sindaco.

Questo progetto è tipico dello studio Nørron e rappresentativo della mia vita. È pensato con sensibilità e considerazione per le esigenze del territorio e questo aiuta a superare le problematiche che si incontrano quando si costruisce così vicino all’acqua “, dice Anna Maria”. La mia filosofia del costruire è che non si debba mai togliere, ma al contrario sia necessario aggiungere qualcosa al territorio, prestando particolare attenzione alla relazione tra quest’ultimo e coloro che lo vivranno.”

Anna Maria parla ancora dell’ampliamento dello Statens Museum for Kunst, e del suo lavoro dedicato per lo più a fare entrare in armonia arte e cultura. “Ecco perché questa costruzione si combina così bene con il territorio ed è diventata una vera attrazione. Per me, più che celebrare me stessa, è importante che la gente ami quello che faccio.” Conclude la Indrio.

Molto orgogliosa dei suoi musei

Anna Maria è molto orgogliosa dei musei che ha creato: “Il centro Darwin di Londra è la mia creazione più prestigiosa. Un enorme bozzolo di seta, contornato da una teca in vetro che protegge l’insieme di 18 milioni di insetti e tre milioni di piante al suo interno. Il bozzolo è un elemento rappresentativo per le cose che ho creato, la relazione tra gli spazi dentro gli spazi, è il filo conduttore di tutto quello che faccio” conclude Annamaria.

Attualmente in Danimarca si costruisce come mai prima, ma tutto ciò che inizialmente era stato pensato come qualcosa di nuovo, finisce poi con il diventare omologato, e Sydhavn ne è un esempio.

Le nuove linee di architettura sono molto alte ed addossate tra loro, e ci sono due cose determinanti da considerare. Qui costruiamo con un sistema uniforme, a prescindere da cosa dobbiamo costruire, con elementi e rivestimenti esterni”. Continua Anna Maria. “Tutti gli appartamenti sono tra gli 85 e i 90 metri quadrati e questo è determinante su come poter piazzare le finestre e limita molto il gestire le varie aperture. Ecco perché, anche se il progetto è di grandi architetti, il risultato finisce spesso per essere omologato.”

Una grande delusione

Il lavoro di architetto regala molte soddisfazioni, tra cui il veder realizzarsi, attraverso le opere che si creano, la propria visione del mondo. Si raccolgono però anche tante delusioni. Nel mio caso, ad esempio, nel lavoro di ristrutturazione del chiostro di San Martino, opera del ‘700 napoletano, con uno straordinario panorama sulla città di Napoli e sul mare. In assoluto uno dei più bei posti al mondo – racconta Anna Maria.

Con il mio gruppo abbiamo creato un collegamento tra il museo ed il parco, e le storiche cucine della struttura. In quegli spazi avremmo voluto realizzare un’accademia dove poter divulgare la conoscenza della cucina napoletana ed una zona ristorante, per poter gustare del buon cibo godendo del meraviglioso paesaggio.

Avevamo tutto, mancava solo l’inventario, le porte e i sanitari. Restavano però da restaurare le vecchie volte che presentavano profonde crepe e dovemmo quindi utilizzare una parte del denaro per rinforzare i vecchi muri.

Oggi il chiostro è ormai chiuso da 5 anni. Una grande delusione” – conclude Anna Maria.

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